La pazienza che non c’è più

La pazienza che non c’è più

Mohammed Ben Ali, ambulante, musicista, lavoratore delle campagne, venerdì scorso ci ha lasciato. Il rogo della sua baracca nel ghetto di Borgo Mezzanone lo ha inghiottito alle prime luci dell’alba. Aveva attraversato gli spazi di Community Center Napoli pochi giorni prima, inondando come sempre l’ufficio con la sua allegria e voglia di vivere. Vorrei ricordarlo così:

Ma quanto erano lunghi quei dreadlocks? E come facevi ad avere sempre quel sorriso? Apparivi e scomparivi negli anni ma quel sorriso non se n’è mai andato. Che pazienza che avevi con gli altri! nessuno voleva mai aspettare e tu con serenità cedevi il tuo posto. Che pazienza avevi con i più piccoli, il tuo era il sorriso di un padre. Che pazienza hai avuto con la questura e i suoi ritardi. Che pazienza hai avuto con questi governi che prima ti hanno cancellato il permesso di soggiorno umanitario e poi hanno fatto una sanatoria per i braccianti alla quale tu, bracciante da una vita, non potevi accedere. E te ne sei andato così, senza avvisare, come sempre. Oggi piangiamo un uomo buono, un lavoratore, un ribelle. Non voglio pensare alle urla, alla baracca che brucia, ai caporali, oggi voglio solo ricordare i nostri mille caffè al bar dell’ufficio immigrazione e quelle chiacchierate sognando un mondo più giusto. Ciao Ben Ali